In città è da poco nato un gruppo di acquisto, il “Gas”, con finalità di risparmio e garanzia di accedere a prodotti provenienti da piccoli produttori. Si ritrova tutti i giovedì sera in via Trivulzio.
La Barriera, Novembre 2009
Di Simone Satta
Una giovane mamma, Katia
Sambin, coordina il neonato Gruppo di Acquisto Solidale (Gas) a Vigevano; a lei ci siamo rivolti per maggiori informazioni.
Perchè un GAS a Vigevano?
«La risposta è semplice: mi sono informata ed ho scoperto che non ne esisteva uno. Il desiderio di far parte di un Gas o l’idea di fondarne uno, mi è venuta tre anni fa, dopo una
vacanza in Sicilia. Quell’anno andammo dai contadini a raccogliere nocciole, ad assaggiare l’olio appena imbottigliato, insomma a scoprire un mondo diverso dove ogni frutto, fiore, ortaggio che
fosse, aveva una sua specificità e dove il tempo seguiva il ritmo della maturazione. Rientrata a Vigevano, provai subito a vedere se fosse esistito un gruppo di acquisto solidale, ma come sospettavo non ne trovai traccia. Rimandai il progetto di costituirne uno a dopo la gravidanza e, dopo tre anni, iniziai a muovermi nella giusta direzione».
Dove si svolgono gli incontri?
«Presso il “Queen’s Pub” di via Trivulzio, 20 a Vigevano. Gli incontri inizialmente non avevano una cadenza fissa: all’inizio ci incontravamo circa una volta a settimana in
giorni diversi, mentre per ora ci riuniamo bisettimanalmente, il giovedì sera alle nove”.
Ci sono interessati in città a questo tipo di acquisti?
«Devo dire di sì; da quando ho iniziato ad apporre volantini e a far circolare la voce attraverso le amicizie, ho incontrato molti consensi. Questo però non si è tradotto, subito, in una vasta
partecipazione. Capisco, che ognuno abbia i suoi impegni quotidiani o improvvisi decisamente più importanti, ma ritengo anche che se davvero si crede in un progetto sia importante dedicargli un minimo di tempo e lavoro. Comunque dall’idea iniziale, che era quella di coinvolgere tutti i membri Gas a rotazione nelle varie mansioni, siamo passati ad un’altra prospettiva: inizialmente, siamo in sei, sette persone che si occupano di far partire il progetto, dopo di che, a seconda degli impegni di tutti, passeremo ad altri il nostro know how, svolgendo a turno quello che poi diventerà un semplice lavoro di routine».
Come coinvolgere in questo gli acquirenti dei centri commerciali o comunque più gente
possibile?
«Al momento, quello che ci preme non è certo il coinvolgimento del maggior numero di persone.
In questa fase embrionale, ci poniamo altre priorità: trovare i produttori, conoscerli, testare i vari prodotti e la gestione degli ordini, nonché verificare, strada facendo, i principi su cui basare i nostri acquisti. Il coinvolgimento di altre persone cerchiamo, comunque di farlo quotidianamente, attraverso il passaparola, i volantini affissi in locali pubblici, come la biblioteca Mastronardi e quella dei Ragazzi e poi anche attraverso il nostro sito: www.fiumeazzurro.org. Esiste già il newsgroup perfettamente funzionante e ben rodato: basta cliccare su google gruppi “Gas Vigevano”, per trovare tutte le info che ci riguardano, previa registrazione, naturalmente».
In zona ce ne sono già di Gas?
«In Lombardia ci sono già molti Gas. Ne esistono due a Pavia e siamo in contatto con una sorta di consorzio “I Fontanili” che riunisce tre gruppi di acquisto. Parlando con loro abbiamo avuto conferma del fatto che i Gas funzionano ed anche molto bene, tanto che sono in forte espansione. I Fontanili, sono ben lieti di mandarci alcuni dei loro membri, dato che il gruppo si è talmente esteso da richiedere un’organizzazione, per noi, molto complessa (attualmente sono composti da
circa un centinaio di famiglie!).
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